Dopo la “consacrazione” all’inizio di aprile alle Nazioni Unite – dove la Commissione economica per l’Europa ha invitato i responsabili di Forestami a raccontare il progetto che ha già piantato quasi 340 mila alberi – Forestami diventa modello nazionale per la forestazione urbana, con la nomina di Stefano Boeri a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri a Presidente della Fondazione per il Futuro delle Città (Corriere della Sera, 18 maggio), nata con l’obiettivo di promuovere il progresso della ricerca e dell’alta formazione e di individuare gli strumenti per rendere più sostenibili dal punto di vista ambientale le nostre città.

Tre i pilastri sui quali Forestami si appoggia saldamente, che lo hanno contraddistinto sin dagli esordi e che lo portano a diventare paradigma nazionale: l’approccio scientifico (con la ricerca del Politecnico di Milano a fare da benchmark, sotto la direzione scientifica di Maria Chiara Pastore), la formazione (il progetto Scuola Forestami e le numerose attività di coinvolgimento della cittadinanza) e gli interventi concreti e mirati di forestazione sul territorio della Città metropolitana. Insieme con la capacità di coinvolgere l’ampio spettro degli stakeholder, dalle amministrazioni locali, alle cooperative sociali e associazioni che di verde si occupano, alle aziende del territorio, fino alle grandi multinazionali; tutti uniti e concordi nel voler contribuire a dar vita a un modello di città più verde, sostenibile e dunque vivibile.
È questo il pensiero costante di Stefano Boeri, Presidente del Comitato Scientifico di Forestami: una visione olistica della forestazione urbana, dove il tutto è molto più che la mera somma delle parti, perché si avvale e si accresce del contributo di molti e consente di dare origine a un verde connesso, manutenuto, un regalo per le future generazioni. Ed è per questo che Forestami – con la dimostrazione sul campo in questi anni difficili di pandemia, quando non ci si è fermati, anzi, si è posta la base solida del percorso che porterà a un territorio più verde, più connesso – ha ricevuto la “benedizione” del ministro Roberto Cingolani: “La terza arma che abbiamo per la decarbonizzazione, oltre all’energia primaria cambiata e al risparmio energetico, è la rinaturalizzazione. È bello vedere che una grande città metropolitana, locomotiva dell’economia italiana, come Milano sia in prima fila per la riforestazione”.
Saper fare rete tra le iniziative presenti sul territorio è uno dei pregi del progetto milanese e la sfida della nuova Fondazione – che potrà contare sulla direzione scientifica di Stefano Mancuso e su una cabina di regia nazionale per condividere know how, esperienze, buone pratiche – persuasi che gli alberi e le foreste urbane forniscano un ventaglio di servizi ecosistemici difficilmente replicabile, e soprattutto più economico ed efficiente di altri, incidendo in maniera benefica sulla salute e sul benessere delle persone, e sulla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico.
Stefano Boeri ha dichiarato: “Credo che, come stiamo già facendo a Milano con Forestami, sarebbe importante fare rete tra tutti i progetti nazionali e piantare almeno un albero per ogni cittadino, a cominciare dai 22 milioni delle nostre 14 aree metropolitane. Mettiamo a disposizione su scala nazionale le competenze di Forestami.”
Le iniziative messe in campo da Forestami per supportare la forestazione urbana e periurbana e la capacità di mettere a punto meccanismi di reperimento delle risorse per pianificare progetti a lungo termine sono tra i fiori all’occhiello che lo collocano tra i più importanti progetti di forestazione urbana al mondo, e che hanno contribuito oggi a proiettarlo sulla scala nazionale, verso quel futuro sempre più verde che oggi si fa un passo più vicino.
