La Repubblica italiana “tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”: la tutela della Natura è finalmente entrata a pieno diritto tra i principi fondamentali dello Stato, dopo che la Camera ha approvato in via definitiva la proposta di legge che modifica due articoli della Carta, il 9 e il 41.

L’introduzione di un riferimento esplicito alla tutela dell’ambiente nella Costituzione è una notizia che ci conforta, ci rincuora e ci incoraggia nel nostro ruolo di promotori di una cultura e di una pratica del verde e della sostenibilità, e di disseminatori di conoscenza in relazione al vasto e prezioso universo degli alberi, nostri alleati silenziosi nella lotta contro gli effetti del cambiamento climatico.

In questo modo viene anche sancito e valorizzato il protagonismo di tanti cittadini attivi che da lungo tempo promuovono iniziative concrete volte alla conservazione dell’ambiente. È un obiettivo – quello della tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi – che diventa comune e che diventa componente imprescindibile dell’azione istituzionale, andando oltre, di fatto, ai meri vantaggi economici connessi ad ogni attività e sfruttamento delle risorse.

Salvaguardare l’ambiente e i valori ad esso connessi implica un’inversione di rotta, un impegno concreto e tangibile a ricercare modelli produttivi e sociali che mettano al primo posto la riduzione degli sprechi, il perseguimento dell’equilibrio tra specie umana e risorse, con un occhio sempre puntato al benessere delle future generazioni. Sembra da archiviare un modus operandi che aveva nell’hic et nunc del profitto e della produttività il suo mantra, a favore di pratiche e modalità produttive che considerino l’ambiente come priorità ed elemento imprescindibile da cui prendere le mosse, per evitare il collasso del sempre più fragile ecosistema terrestre.

Si ringrazia per la foto Francesco Falciola.

↑ Si ringrazia per la foto Francesco Falciola.