NOME COMUNE: Nocciolo
NOME BOTANICO: Corylus avellana
Il nocciolo è un’essenza proveniente dalle regioni asiatiche ed occidentali dell’Europa. Per il mondo romano, infatti, non era considerata flora autoctona e spontanea, ma una pianta originaria del Ponto, in Asia Minore; Plinio aveva perciò ribattezzato il suo frutto, ovvero la nocciola, nux pontica. L’attuale nome del genere, corylus, deriva dal greco korys, elmo: indica la forma dell’involucro fogliare che racchiude il frutto. Avellana, invece, richiama la località campana Avella, luogo famoso per la produzione di nocciole già in epoca classica.
Il nocciolo può assumere un portamento cespuglioso o ad albero. In questa seconda e più ampia forma può raggiungere anche gli 8 metri di altezza. Il suo tronco è retto e slanciato, e si ramifica già dalla base. Ha una corteccia grigia o bruna, tendenzialmente lucida, che si fessura e copre di margini con l’età. È una specie a crescita particolarmente rapida, e propensa a produrre polloni.
I giovani rami sono coperti da una fitta peluria, rossiccia e marrone. Da questi gemmano le foglie, semplici e cuoriformi, attaccate a un breve picciolo. Il margine della foglia del nocciolo è doppiamente dentato, e le pagine presentano fitte venature. Il nocciolo è una pianta monoica: ogni esemplare ospita fiori maschili e femminili, che crescono però su porzioni differenti di ciascun ramo.
I maschili sono rosa in autunno, e si tingono di giallo e d’oro in inverno. Sempre fra autunno e inverno le infiorescenze maschili, dette gattini, crescono sino a raggiungere i 10 cm di lunghezza. I fiori femminili sono invece più piccoli, e somigliano tanto alle gemme che sono difficili da individuare.
Il frutto, ovvero la nocciola, è avvolto da un involucro fogliare, la cosiddetta bratta, che con la maturazione si secca e poi cade. Ogni bratta, che propriamente è una foglia modificata, è sfrangiata e tomentosa, ovvero coperta di piccoli peli (come lo sono, in questa specie, i giovani rametti). Le nocciole sono bottini prelibati per topi selvatici, ghiri, scoiattoli, nocciolaie e ghiandaie, e per tanta avifauna selvatica e urbana in grado di aprirne il saldo guscio.
Il nocciolo è una pianta pioniera: ovvero abile nel “colonizzare” terreni dissestati, scarpate, luoghi soggetti a inondazioni e disboscamenti. Dà così il via al ciclo di rimboschimento, preparando letteralmente il terreno per piante meno rustiche, e più esigenti in fatto di qualità del suolo. Il suo legno è flessibile, ed è spesso usato come combustibile. I suoi semi, invece, sono spesso adoperati per creare olio da pittura, prodotti di profumeria e ancora saponi. In Italia ve ne sono tantissime varietà: ricordiamo la Tonda Gentile delle Langhe, Igp, e la Tonda Gentile Romana, Dop.
Il suo cocchio è un guscio di nocciola, lavorato dal falegname scoiattolo o dal vecchio verme, da un tempo immemorabile carrozzieri delle fate. In questo aggeggio ella galoppa da una notte all’altra, attraverso le menti degli amanti, e allora essi sognano d’amore.
W. Shakespeare, Romeo e Giulietta

↑ Le illustrazioni della rubrica Li conosciamo davvero? di Forestami sono realizzate dalle illustratrici Annalisa e Marina Durante, docenti di Super - Scuola Superiore d'Arte Applicata