Abbiamo chiesto a Daniela Gambino, assegnista del Politecnico di Milano-DAStU e Progettualità Territoriali Forestami, di spiegarci cosa sono i focus progettuali strategici.

I focus progettuali-strategici sono quelle tipologie di spazi e ambiti dove la forestazione urbana è intesa come strumento e elemento del progetto stesso di trasformazione degli ambienti. Possono essere molto diversi gli ambiti d’intervento a cui il progetto Forestami si interessa: hanno a che fare sia con lo spazio urbanizzato, sia con i grandi spazi aperti, che siano agricoli, naturalistici… La forestazione urbana deve essere intesa come un’azione che concorre al progetto del paesaggio urbano e del paesaggio più ampio.

In ambiti urbani i focus a cui ci riferiamo possono essere i parchi, i giardini all’interno della città – quindi spazi che rappresentano già la dotazione verde della nostra vita quotidiana, delle nostre attività -, e che possono essere implementati con interventi di forestazione, quindi piantumazione di nuovi alberi.

Così come è importante anche individuare tutti quegli spazi che invece costruiscono la città, come le piazze, le strade, i viali, gli spazi della mobilità lenta, che possono essere ripensati attraverso l’intervento della piantumazione; dove l’intervento della piantumazione può diventare un vero e proprio strumento di miglioramento della qualità urbana delle città.

Così come negli ambiti invece più ampi, gli spazi che possono essere trasformati (per esempio in nuovi boschi), possono essere individuati in aree puntuali, per esempio aree incolte, che possono acquisire un nuovo ruolo nella definizione di un nuovo rapporto tra la città e lo spazio aperto: per esempio, nelle aree di frangia, di margine…

Oppure, possono essere anche grandi spazi agricoli, dove gli interventi di forestazione si assottigliano fino a diventare una vera e propria struttura portante agroforestale dello spazio agricolo: sono interventi attraverso i quali l’elemento dell’albero, della vegetazione, rappresenta un incremento del capitale naturale, e anche la definizione di una nuova alleanza con le attività che vi sono praticate, l’attività agricola e produttiva.

Altri ambiti molto importanti che sono al centro delle nostre riflessioni sono gli spazi della produzione: le grandi piastre industriali, dove l’elemento dell’albero è sempre stato un elemento fastidioso, quasi espulso. La maggior parte di questi spazi ha superfici impermeabilizzate molto ampie. Bisogna pensare che all’interno di questi ambiti l’albero possa essere un elemento di miglioramento della qualità degli spazi del lavoro, della produzione, ma non solo: anche provare a pensare che attraverso nuove piantumazioni il suolo impermeabilizzato, possa essere liberato e quindi ridare suolo alla falda. Liberare il suolo per accogliere nuova vegetazione.

Un altro focus molto importante sono gli spazi dismessi, per esempio le grandi aree produttive, che oggi sono in condizione di stasi, di incertezza rispetto alle possibilità di trasformazione. Ecco, lo strumento della forestazione urbana inteso come phytoremediation – un’azione che tende a piantumare per poter bonificare i suoli, e quindi a predisporre anche lo spazio nel miglioramento della sua salute nel tempo – potrebbe utilizzare questi spazi per accompagnare, guidare il processo di trasformazione di questi luoghi.

Guarda l’intervista a Daniela Gambino:

Sono 133 i Comuni di Città metropolitana, con caratteristiche eterogenee e proprie specificità. Come avete sviluppato la strategia di coinvolgimento di questi soggetti?

L’attività di coinvolgimento del territorio, e quindi dei 133 Comuni che compongono la Città Metropolitana milanese, è un’attività molto importante, che è stata portata avanti ormai da più di due anni; e che ha visto proprio un’interazione con le Amministrazioni comunali del territorio, volta alla costruzione di quadri progettuali complessi e articolati, che appunto indaghino le opportunità del territorio, e individuino possibili aree per interventi di forestazione urbana, declinati molto rispetto alle specificità del territorio stesso. 

Il lavoro con i Comuni permette di trovare una dimensione locale, e quindi molto specifica, rispetto alle esigenze di ogni singolo territorio, molto differenziate all’interno del territorio stesso. Ma anche di riuscire contemporaneamente a mantenere una dimensione, una visione globale della possibile trasformazione strutturale che è alla base dell’azione della forestazione urbana. 

L’ingaggio dei Comuni fino ad ora è avvenuto in maniera spontanea, per candidature, o per un passaparola; o attraverso anche manifestazioni di interesse in tavoli di lavoro che sono stati portati avanti con soggetti promotori del territorio – per esempio i Parchi, alcune associazioni, o ancora alcuni gruppi di comuni che avevano già politiche attive rispetto a questi temi. A partire da questi interessi, vengono organizzati incontri molto operativi – che adesso facciamo online, nella speranza di ritrovarci di nuovo a un tavolo per discuterne -, riunioni molto operative che lavorano a ridosso del territorio stesso: raccolgono le opportunità immediate di sviluppo, di progetti di piantumazione e di forestazione, che i Comuni possono mettere in campo. Ma rilanciano contemporaneamente verso un’immagine di trasformazione dell’intero territorio comunale e sovra-comunale, che possa in qualche modo costruire anche un processo di più lungo periodo, una linea di sviluppo, di investimento, di impegno da parte delle Amministrazioni e da parte del progetto stesso. 

È per questo che nell’interazione con i comuni è particolarmente importante confrontarsi anche rispetto agli strumenti urbanistici messi in campo dalle Amministrazioni – parlo dei piani di governo del territorio: gli strumenti di pianificazione. Questo perché è molto importante che le riflessioni che nascono all’interno del confronto con il progetto Forestami possano in qualche modo sedimentarsi, anche all’interno di una visione di trasformazione della città, che metta al centro temi ambientali, paesaggistici, ecologici, di miglioramento della qualità urbana, attraverso proprio una ridefinizione della struttura verde del nostro territorio. Che può assumere tantissime valenze e tantissimi significati a seconda dei contesti con i quali ci confrontiamo.

Puoi approfondire il lavoro del gruppo di ricerca Forestami, nelle precedenti interviste a Maria Chiara Pastore e Eugenio Morello, e a Livia Shamir e Luis Pimentel