NOME COMUNE: Noce nero
NOME BOTANICO: Juglans nigra
Il noce nero proviene dall’America settentrionale, ed è per questo spesso detto noce americano. Arriva in Europa all’inizio del XVII secolo (del continente è invece autoctono il noce comune, o Juglans regia). I romani vi avevano attribuito questo nome (juglans, crasi di jovis glans, o ghianda di Giove), per la sacralità con cui l’albero era considerato.
È un’essenza particolarmente imponente: capita di incontrarne esemplari “selvatici” tra i 30 e 45 metri; viene però più spesso utilizzata a scopo ornamentale, e si attesta dunque su dimensioni più modeste. Altro suo motivo di diffusione è il legname, estremamente pregiato e dalle tinte scure, quasi violette. Se segato, assume una sfumatura appunto nera, e si copre di venature lucide ed eleganti. Il tronco svetta dritto, senza ramificazioni nella parte bassa. La corteccia è finemente incisa, e i segni si moltiplicano con l’età dell’albero.
Il noce nero ha una chioma ampia, di forma arrotondata. È composta da foglie decidue e composte: sono infatti formate da una ventina di segmenti fogliari appuntiti e ovali, che hanno un margine finemente dentato. Le foglie possono raggiungere i 60 cm di lunghezza: hanno la pagina superiore liscia e glabra, verde tenue; l’inferiore è invece tomentata, e le venature gialle risultano più evidenti.
I fiori maschili e femminili, che spuntano da aprile e giugno, sono presenti sullo stesso esemplare, anche se posizionati ad altezze diverse del ramo; i maschili sono verdi, raccolti in infiorescenze pendule, come amento. I femminili sono invece solitari. Mentre i femminili si trovano sui rametti appena spuntati, i maschili sono sui getti dell’anno precedente: si alternano dunque con il corso delle stagioni. I frutti del noce sono delle drupe (frutti carnosi, con “buccia”, e “nocciolo”).
Il mallo, ovvero quel che avvolge il guscio legnoso, protegge la vera e propria noce. Questa ha una forma ovoidale, presenta una superficie rugosa e solcata, e contiene a sua volta il seme o gheriglio.
I frutti maturano fra settembre e ottobre, e cadono dall’albero appena dopo le foglie; la loro produzione è incostante, ma diventa regolare quando l’esemplare di noce è adulto (quando la pianta raggiunge all’incirca i 30 anni d’età). È una pianta piuttosto resistente, che ben si adatta a molti terreni e condizioni ambientali. Il liquido che si estrae dalle sue noci è benefico per l’organismo, mentre le sue foglie e radici sono ricche di juglandina, sostanza tossica per le piante che vi si trovano vicine.
«Starei in un guscio di noce, e mi reputerei re di uno spazio infinito».
Shakespeare, Amleto

↑ Le illustrazioni della rubrica Arborea - Li conosciamo davvero? di Forestami sono realizzate dalle illustratrici Annalisa e Marina Durante, docenti di Super - Scuola Superiore d'Arte Applicata.