In occasione della Giornata mondiale della Biodiversità, 22 maggio, pubblichiamo l’intervista al prof. Massimo Labra, membro del comitato scientifico di Forestami e professore di botanica all’Università Bicocca, che ci ha accompagnato alla scoperta di Vivaio Bicocca, un’oasi verde che vivrà di vita nuova e nuova biodiversità.

Il vivaio Bicocca è uno spazio verde vicino all’Università Bicocca che l’ateneo ha deciso di adottare, una scelta voluta un po’ per esigenza degli studenti e dei docenti, ma soprattutto per una forte domanda della cittadinanza. È uno spazio condiviso, un luogo dove fare davvero scienza partecipata: dove incontrarsi con i cittadini, gli studenti, i docenti, e confrontarsi sui temi che riguardano il verde. Per dirla con parole attuali: parlare di transizione ecologica della città.

Ascoltiamo il prof. Labra:

E’ il benessere della persona a rappresentare l’obiettivo principale della ripartenza dell’Università di Milano-Bicocca che intende offrire a studenti, personale e cittadini della zona un luogo sicuro, sano e stimolante e una ‘nursery’, non solo per la biodiversità, per allevare piante e promuovere i servizi ecosistemici, ma anche dove sviluppare nuove idee, ideare nuovi progetti, affrontare tematiche complesse e soprattutto sviluppare relazioni costruttive.

Uno spazio in divenire: cosa ambisce a diventare Vivaio Bicocca?

Il Vivaio sarà un luogo di incontro: per questo abbiamo deciso di organizzarlo in momenti, in spazi. Anzitutto abbiamo vere aule, dove gli studenti potranno davvero vedere l’autunno, la primavera, l’estate, come cambiano le stagioni, come si modifica la biodiversità. Studenti delle scuole superiori, medie, ma anche quelli degli asili nido: noi abbiamo l’asilo Bicocca, e vorremmo poter accogliere i nostri bimbi qui a vedere dal vero come cambia la biodiversità. Ma anche spazi per la cittadinanza, dove poter affrontare temi critici, complessi: le energie rinnovabili, il cambiamento dei paradigmi dell’alimentazione… temi anche complicati, spinosi; perché nel vivaio, in mezzo al verde, le persone sono più tranquille, rilassate, siamo tutti uguali, e possiamo parlare di temi anche più complessi.

Ci racconta un po’ più nel dettaglio quella che sarà l’articolazione e l’organizzazione degli spazi di questa preziosa oasi verde?

Immaginatevi di entrare dalla cancellata: subito sulla sinistra passeggiamo fra le nostre aule. Che non sono delle vere aule chiuse come normalmente troviamo in Ateneo: ma spazi aperti, dove bambini dell’asilo, studenti delle scuole elementari, medie e superiori possano davvero venire ad osservare la biodiversità, come cambia. Poter osservare la primavera, l’estate, l’autunno e l’inverno nella loro reale condizione, e non guardando una foglia su un banco, è un valore e un’opportunità inestimabile.

In fondo si apre un querceto, molto bello: la nostra aula principale. Lì vorremmo accendere discussioni partecipate con la cittadinanza sui temi dell’ambiente e della biodiversità – ma perché no, anche su temi più complicati e spinosi come la vaccinazione. Un tema complicato, no?

E poi finalmente arriviamo alle parti che interessano la biodiversità dei nostri amici insetti, animali… avremo il muro della biodiversità, uno spazio con tante nicchie dove potranno fare la tana piccoli mammiferi, uccelli e insetti. Un piccolo specchio d’acqua, dove potremo ospitare degli anfibi. E poi una grande zona fiorita, dove le fioriture si susseguiranno, e che ospiterà gli impollinatori. Qui siamo vicini ai grandi parchi che partecipano al progetto Forestami, ad esempio il Parco Nord. Qual è l’obiettivo? Che questo vivaio non rimanga isolato, ma si connetta al Parco Nord attraverso appunto gli insetti, gli uccelli, gli animali che si possono spostare. 

Visita il sito di Vivaio Bicocca

Ci spiega cos’è la biodiversità e perché è importante?

Nell’accezione puristica di biodiversità, questa parola dice l’insieme degli organismi viventi che popolano in maniera spontanea un posto. Ma dobbiamo dirla tutta: in questo spazio non troviamo propriamente biodiversità spontanea, ma tanti alberi coltivati, messi dall’uomo. Però possiamo dirlo? Questa è una fotografia della città reale, questa è la biodiversità della città. In questo senso le persone, i cittadini, gli studenti, si abituano a confrontarsi con alberi che normalmente non vi sarebbero, ma anche con le querce, che tipicamente sono della pianura padana. 

Di biodiversità si parla in tante accezioni: quello che ci interessa è la biodiversità funzionale. Nel progetto Forestami, noi vogliamo creare una grande foresta perché tutti gli animali, gli uccelli, gli impollinatori possano spostarsi, esattamente come facciamo noi, in maniera confortevole nella città; come noi facciamo con le nostre strade, loro sceglieranno le loro: le chiome degli alberi, piccole tane dove fare i nidi. Questo è il senso della biodiversità di oggi, che io chiamerei biodiversità funzionale. 

Continuate a seguirci, perché l’intervista con il prof. Labra non finisce qui; ancora molte le cose che ha da raccontarci, anche sul rapporto tra spazi recuperati e cittadinanza.