Si è praticamente conclusa la stagione agronomica 2020-2021 e siamo andati sul campo, in un’area a sud di Linate, per seguire le opere di piantagione di 190 alberi: si tratta di Bosco Monlué – Ponte Lambro, dove piante pronte, autoctone, sono state messe a dimora per valorizzare il patrimonio esistente.

Abbiamo approfondito quali sono i criteri per condurre una piantagione a buon esito: elemento importante è la distanza tra una pianta e l’altra, così come la preparazione dell’area tramite uno scavo che possa contenere la zolla; l’addizione di concime (prodotti ammendanti) fa sì che il contenuto di sostanza organica presente nella terra aumenti (che poi è il cibo di cui le piante si nutrono).

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A seguito del posizionamento della pianta, viene collocata anche una protezione (shelter), un ausilio importantissimo perché utile ad evitare danneggiamenti al colletto (prima parte della corteccia) causati dalle operazioni di sfalcio dell’erba circostante, o da animali selvatici e roditori. Lo shelter verrà tolto solo una volta che si avrà certezza del corretto attecchimento della pianta.

Ma vediamo nel dettaglio cosa è stato piantato: sei essenze ad alto fusto in zolla e altre varietà a cespuglio, posizionate in filari, dall’apparato radicale di circa 40/50 cm di diametro. Nello specifico: 30 aceri campestri, 20 ontani neri, 30 querce (quercus robus), 20 salici (salix alba), 30 carpini bianchi (carpinus betulus), 20 noccioli, (corylus avellana), 20 prugnoli selvatici (prunus spinosa), 20 viburni lantana. Per garantire la crescita delle piante, la bagnatura avverrà regolarmente due volte la settimana, con un apporto idrico di circa 50 litri, un investimento sul futuro della pianta!

Va ricordato che gli alberi vengono piantati nel periodo invernale, ovvero di riposo vegetativo; alla prima stagione vegetativa successiva si verificherà se la pianta ha reagito bene e potrà sopravvivere. C’è un tasso di mortalità/attecchimento che risente di vari elementi tra cui, appunto, il periodo in cui la pianta viene trapiantata. Più è giovane maggiore è la probabilità che attecchisca, un po’ come gli essere umani, che hanno migliore capacità di adattamento quando sono piccoli. Il terreno è un altro fattore determinante. Se è acido, per esempio, le radici ne risentono, perciò bisogna intervenire con opere di compensazione. 

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