Cleveland è una città dell’Ohio, fondata presso la foce dell’omonimo fiume, che costeggia il lago Erie: una posizione strategica che la trasforma presto in un centro industriale, data la presenza di numerosi canali navigabili e le rapide ferrovie. Nel corso della sua storia, Cleveland si è guadagnata numerosi soprannomi: Metropolis of the Western Reserve, America’s North Coast, Sixth City e, non ultimo, The Forest City, la città della foresta o la città foresta. Scopriamo perché.
Si tratta di uno dei “nomi” più longevi e duraturi, si ipotizza sia stato Alexis de Tocqueville a coniarlo: Cleveland viene da lui descritta come città innestata su di un’area pianeggiante, ovunque coperta da una foresta primordiale; alberi immensi, riflessi nelle acque fluviali da cui spuntavano e traevano sostegno. Era il 1830; data la rapida espansione e lo sviluppo economico-industriale, sarebbe normale aspettarsi che il tessuto urbano non sia più quello di allora…
In realtà, Cleveland è fiera della sua reputazione di città-foresta: è del 1897 l’istituzione del Dipartimento di silvicoltura. Alla fine degli anni ’30 sono addirittura 13mila gli alberi piantati sul territorio cittadino! La vocazione “selvatica” della città è tuttora viva, e beneficia di questo virtuoso passato. Con un salto ai giorni nostri, il Cleveland Tree Plan del 2015 lancia un dato allarmante: la diminuzione di circa 97 acri della tree canopy ogni anno; una nuova stima, svolta nel 2017, confermava la decrescita vertiginosa. Il rapporto del Dipartimento del 2020 impone un’inversione di rotta, e soprattutto di tendenza della tree canopy.
La perdita di copertura verde significa infatti un grande danno per i cittadini, e non solo per il popolo verde della Foresta: equivale a diminuzione significativa della qualità dell’aria e dell’acqua; alla gestione più complessa (e maggiormente carica di rischi) delle acque piovane. Sono allora tre i modi individuati per far fronte a questo progressivo e costante calo: prendersi cura degli alberi già presenti sul suolo urbano, piantare alberi nuovi, garantire un ambiente favorevole per gli alberi a venire. Le politiche cittadine dovranno dunque proteggere gli alberi pubblici, creare un ambiente favorevole per semina e cura di ogni esemplare, piccolo o grande che sia.
Si tratta anche di coinvolgere una grande fetta di cittadini, in prima persona: la maggior parte della foresta urbana di Cleveland è infatti collocata su terreno privato, e la piantumazione coinvolge dunque non solo parchi e luoghi pubblici, ma anche giardini ed aree private. Sono cinque le organizzazioni che hanno collaborato a finanziare il piano di rimboschimento, avvicinando numerosi gruppi di stakeholder, e 28 quelle che hanno partecipato a momenti di divulgazione, seminari, interviste – muovendosi, più in generale, per coinvolgere le parti interessate.
«Gli alberi forniscono benefici vitali per la salute e l’ambiente: sia che si tratti di ridurre lo stress, di filtrare l’aria, di fornire ombra o di contenere i metodi di raffreddamento elettrici (…). Non servirà a molto aspettarsi che la città risolva questo problema da sola e dall’alto: per fare davvero la differenza, ogni micro-comunità dovrà avvicinarsi al tema in un suo proprio, e appropriato, modo: ma bisogna dire che stiamo già osservando una tale “specificità virtuosa” all’opera»
Sandra Albro, direttrice Holden Forests & Gardens e co-presidente della Cleveland Tree Coalition.
