NOME COMUNE: Acero argentato o Acero saccarino
NOME BOTANICO: Acer saccharinum
L’acero saccarino, o argentato, è un’essenza della famiglia delle Sapindaceae originaria del Nordamerica. Il nome del genere acer proviene dal latino: significa letteralmente “duro”, ed indica la particolare robustezza del legname (nell’Eneide, Virgilio descrive il cavallo di Troia proprio come fatto di legna d’acero!). Saccharinum, invece, si riferisce al saccarosio presente in grande quantità nella linfa di quest’albero – da non confondere con Acer Saccharum, dalla linfa ancor più dolce, da cui viene estratto il famoso sciroppo.
Introdotto in Europa nella prima metà del 1700, si diffonde rapidamente come specie ornamentale: ha un portamento spiccatamente elegante e una crescita particolarmente veloce che – congiuntamente allo splendore delle foglie (argentate, nella pagina inferiore) – lo rende principale decorazione di parchi e giardini. Può raggiungere i 40 metri di altezza, anche se più comunemente gli esemplari si attestano sui 10 metri. I rami sono molto esili, anche se si allungano con rapidità. Tesi verso l’alto, si “schiudono” alla sommità dell’albero, che assume così un portamento espanso.
L’Acer Saccharinum ha foglie semplici e opposte, con un picciolo slanciato. Possono misurare oltre 15 cm, e si dividono in 5 lobi profondi e marcati. Il margine della lamina ha dentellatura irregolare. Come si diceva, la pagina inferiore ha un tono argentato, quasi bianco, data la presenza di tomenti; la superiore ha invece un colore verde chiaro, che con l’autunno vira sul giallo e sul rosso.
I fiori si presentano raccolti in infiorescenze dette a corimbo: più rametti in più punti su uno stesso “grappolo”, di varie lunghezze così che terminino tutti alla stessa altezza. Di ridotte dimensioni, precedono le foglie, schiudendosi al termine dell’inverno: sono di un colore rosso, piuttosto scuro. I frutti sono, come per gli altri Acer, più samare saldate assieme: in questo caso due, con ali allungate (spesso in maniera asimmetrica) e tendenzialmente ritorte.
L’Acero argenteo ha un tronco svettante e dritto. La corteccia grigia, quasi cenere, è liscia e omogenea negli esemplari giovani: crescendo, s’inscurisce e si desquama, dando luogo a disegni e placche di forma irregolare.
So che tu sei grandissimo amico di chi bacia la pioggia dei tigli, anche perché, acero antico, a me nel capo somigli…
Sergéj Aleksándrovič Esénin

↑ Le illustrazioni della rubrica Li conosciamo davvero? di Forestami sono realizzate dalle illustratrici Annalisa e Marina Durante, docenti di Super - Scuola Superiore d'Arte Applicata.