NOME COMUNE: Acero Americano
NOME BOTANICO: Acer Negundo
Essenza originaria del Nord America orientale, l’acero americano viene introdotto in Europa a fine Seicento, e si diffonde ampiamente lungo viali e giardini come specie ornamentale.
Il nome della specie, negundo, si fa tendenzialmente risalire alla parola sanscrita nirgundi, che designava un albero dalle foglie simili a quelle dell’acero. Cresce rapidamente – dai 15 ai 60 centimetri l’anno – e raggiunge in relativamente breve tempo la sua altezza massima (intorno ai 25 metri).
Predilige terreni pianeggianti, e spesso in Europa lo si trova, inselvatichito, lungo torrenti e fiumi. Colonizza facilmente le terre ancora incolte (è infatti definito una specie pioniera), adattandosi a suoli umidi.
Ha una corteccia dal colore olivastro-giallo e un legno non particolarmente pregiato. Il carbone ricavatovi veniva tuttavia usato dai nativi americani per realizzare decorazioni e tatuaggi cerimoniali; i rami più giovani venivano invece svuotati per essere trasformati, con grande abilità manuale, in pipe e flauti.
È l’unico acero che abbia foglie composte. Sono infatti costituite da 3 a 7 segmenti fogliari: questi ultimi sono di forma ovale, hanno un apice acuminato e un profilo dentato in maniera irregolare. Le nervature sono particolarmente visibili, specie nella pagina inferiore. Di un colore verde molto chiaro in primavera, si tingono di un pallido giallo nella stagione autunnale.
Dovete sapere che l’acero ameriano produce fiori unisessuali che precedono le foglie: i fiori maschili sono senza corolla, di colore giallo o rosa, e sono riuniti in grappoli; i femminili, invece, sono dal rosa al verde, e producono piuttosto infiorescenze pendule.
Il frutto è la caratteristica samara, che rende tanto iconiche tutte le specie di Acer, disegnando in caduta la spettacolare traiettoria ad elica. In questo caso è doppia e ha ali allungate; a maturità si tinge di giallo, e persiste sull’albero anche lungo tutto l’inverno.
Sempre i nativi americani vi estraevano una linfa zuccherina, sorta di antesignano sciroppo d’acero (in realtà, la versione oggi commercializzata proviene dall’acer saccharinum). Tiziano Fratus – nel racconto sui giardini d’Italia – ricorda che un particolare acer negundo abbelliva qui a Milano lo spazio fra il Planetario Hoepli e il monumento a Stoppani:
Qui si incontrava un acero americano (Acer negundo), tronco che si apriva in tre crescite alla base, la maggiore capitozzata, con funghi vistosi appesi alla corteccia, e abbondante presenza di muschi.

↑ Le illustrazioni della rubrica Li conosciamo davvero? di Forestami sono realizzate dalle illustratrici Annalisa e Marina Durante, docenti di Super - Scuola Superiore d'Arte Applicata