Siamo consapevoli che le città, oggi, ospitano più del 50% della popolazione mondiale – un tasso destinato a crescere per arrivare al 70% nel 2030 – e sono dunque fra i luoghi più critici sotto il profilo dell’inquinamento atmosferico? Inoltre, il problema dell’attuale concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera, in rapido aumento, si lega a doppio filo con il tema del riscaldamento globale.
Prendendo spunto dallo studio di un lontano passato, quando le neonate foreste – più di 450 milioni di anni fa – rimossero enormi quantità di carbonio dall’aria grazie ai loro ‘corpi fotosintetici’, dovremmo cercare di ricoprire il pianeta di piante, per assecondare la loro opera di bonifica naturale. Gli alberi possono sì aiutarci, ma prima di tutto dobbiamo aiutarli noi, a moltiplicarsi, a prosperare. Un compito ancor più fondamentale negli ambienti urbani, come ci spiega Rita Baraldi nella sua intervista.
E perché – oltre ai luoghi pubblici deputati come aiuole, parchi e giardini – non farle proliferare e prosperare sui nostri balconi e nelle nostre abitazioni? “La regola dovrebbe essere una sola e semplice: ovunque sia possibile far vivere una pianta, deve essercene una” e, come per ogni grande cambiamento, iniziare dai piccoli gesti, dalle nostre case è la via più efficace.
Ma quali sono le piante da appartamento più idonee a purificare l’aria? Rita Baraldi contro l’inquinamento indoor ci ha consigliato piante come l’Anthurium, lo Spathiphyllum, il Pothos: proviamo a conoscerle meglio.
L’Anturio (Anthurium andreanum) proviene dalla famiglia delle Araceae, piante diffuse globalmente, specialmente nelle aree tropicali. L’Anthurium ha foglie grandi, spesso lanceolate, anche se la specie presenta un’ampia variabilità di forme. Si riconosce per l’infiorescenza appariscente e decorativa, tendenzialmente di un colore rosso vivido, che la rende un’ottima pianta ornamentale, vista la sua presenza scenica. Purifica l’aria di casa dall’ammoniaca, ed assume anche in buona quantità formaldeide, toluene e xilene.
Appartenente alla grande famiglia delle Araceae è anche lo Spatifillo, che condivide infatti con il vicino Anturio le foglie lanceolate, dal verde acceso e particolarmente lucente. Manca totalmente del fusto (i lunghi steli delle foglie spuntano direttamente dal rizoma sotterraneo), e ha anch’esso un’infiorescenza, detta spata, a protezione del vero e proprio fiore. Il colore è più facilmente bianco o crema, ma ne esistono numerose varietà: Spathiphyllum cannaefolium ha, per esempio, una faccia del fiore bianca, e l’altra verde. Il suo fogliame è in grado di depurare l’aria dalle sostanze inquinanti, e risulta particolarmente efficace contro acetone e metanolo.

Dulcis in fundo di questa breve rassegna è il Pothos (Scindapsus o epipremnum). Si può trovare in innumerevoli forme e colori: dall’enjoy, che presenta caratteristiche macchie bianche, al neon, che come s’intuisce dal soprannome ha un colore carico e acceso, tendente quasi al giallo evidenziatore. Si sviluppa in lunghe liane, che possono arrampicarsi verso l’alto o piuttosto “lasciarsi cadere” – e assumere quindi quello che si chiama portamento decombente o piangente. Può dunque correre lungo i muri, o allungarsi da scaffale a scaffale, ornando la casa con le sue prolifiche foglie cuoriformi. È anch’esso sul podio delle purificatrici più efficaci, rimuovendo formaldeide e benzene e migliorando la qualità degli ambienti, chiusi e non, che lo ospitano.
I benefici dell’accogliere un “alleato verde” nelle nostre case sono quindi molti. Questi piccoli ma forti aiutanti agevolano il ricambio dell’aria, ne rimuovono le tossine e, non da ultimo, danno un prezioso tocco di colore alla nostra casa. Per il tuo appartamento, quale hai già scelto, o quale sceglierai?
