Marzia Alati
FoResta in città. AlberiUomini che la abitano – Collettivo Artistico Sugli Alberi
E’ nelle corde, nei fondamentali del progetto Forestami l’obiettivo di coinvolgere il più ampio numero possibile di persone, per arrivare a piantare 3 milioni di alberi entro il 2030, sensibilizzando l’ampia comunità del milanese agli innumerevoli benefici del verde urbano, ambientali, sociali, economici.
E il libro di Marzia Alati, FoResta in città, proviene proprio dall’ampia community di Forestami, che quotidianamente arricchisce il progetto con nuovi stimoli: un libro curioso, ramificato, un viaggio fatto a piedi attraverso le vie, le strade, le piazze e i quartieri della città di Milano, osservando, ascoltando, incontrando gli alberi, silenziosi ma comunicanti presenze con storie, segreti, saperi custoditi.
Gentilmente abitato dalle illustrazioni di un folto Collettivo artistico, è un libro che provoca – in questi tempi di chiusura, distanziamenti, inverno – una nostalgia pungente, quella di liberamente passeggiare per la città, un po’ spensierati, un po’ attenti a coglierne la poesia, anche quella degli alberi.
Una domanda risuona sopra le altre suggerite dal libro: la città è un buon posto per un albero? Non ci sono sentenze, ma solo strade suggerite, in sedici storie, sedici visioni o interpretazioni cantate con la voce degli alberi.
Il bello è cogliere il parallelismo tra alberi e uomini, l’intrecciata e intricata trama che li lega gli uni agli altri. E forse è proprio questo il messaggio, l’insegnamento sussurrato fra le pagine del libro.
Meravigliarsi, ci vuole tempo. Camminare ai ritmi lenti della natura in città? Pare un paradosso, ma si può fare. E’ un libro che si può leggere in molti modi; anche le immagini, preziosissime, ci parlano; e contiene due pagine – una a righe, una bianca – che possono diventare una sorta di continuazione, una ramificazione ulteriore, dove raccontare o disegnare la storia del proprio albero del cuore.
Alberi maestosi che condividono lo spazio con quello degli altri, resilienti accolgono tutto quello che c’è e lo trasformano in bellezza, capaci di modellare il cemento con le loro radici e così potenti da poter far spuntare un fiore o un germoglio ai bordi della strada o tra le crepe di un palazzo. Alcuni più alti di un palazzo, altri piccoli e esili ai margini della circonvallazione, ma tutti pazienti, saggi e determinati ad abitare un territorio che spesso ci risulta ostile.
Alberi maestosi che condividono lo spazio con quello degli altri, resilienti accolgono tutto quello che c’è e lo trasformano in bellezza, capaci di modellare il cemento con le loro radici e così potenti da poter far spuntare un fiore o un germoglio ai bordi della strada o tra le crepe di un palazzo. Alcuni più alti di un palazzo, altri piccoli e esili ai margini della circonvallazione, ma tutti pazienti, saggi e determinati ad abitare un territorio che spesso ci risulta ostile.
↑ Illustrazione di Paola Pappacena tratta da FoResta in città di Marzia Alati.