NOME COMUNE: FAGGIO

NOME BOTANICO: FAGUS SYLVATICA

Importante essenza forestale originaria dell’Europa centrale, il faggio è esigente dal punto di vista di temperatura e umidità, non amando inverni troppo rigidi e gelate tardive né climi molto secchi. Il faggio drena e rinforza il terreno e costituisce un’ottimo humus.

E’ un albero socievole ma anche solitario, perché forma con altre latifoglie – frassini, tigli, olmi, carpini – boschi misti, ma anche foreste pure, le faggete. La chioma è regolare e negli esemplari adulti molto fitta e sferica. Il tronco è dritto, spesso diviso alla base, con un diametro che può arrivare a 1-2 metri, dalla corteccia liscia, di un bel colore grigio. La foglia è verde, lucida, con una nervatura marcata e pennata e margine ondulato.

I frutti del faggio, le faggiole, sono commestibili e usati come cibo per i maiali; privati della buccia possono essere arrostiti come le castagne o tostati come surrogato del caffè.

Inoltre esistono diverse varietà del faggio che si distinguono per il portamento o per la colorazione delle foglie, tra cui la purpurea, dal fogliame rosso bronzeo, e la pendula dal portamento ‘piangente’, con rami che piegano verso il basso.

Curiosità: il suo legno resistente viene usato in falegnameria, ideale per la fabbricazione dei calci dei fucili; il bastoncino dei gelati è in legno di faggio e dai suoi frutti si ricava un olio commestibile che veniva usato in passato anche come combustibile all’interno delle lanterne a olio.

Se ne possono ammirare molti esemplari a parco Sempione, così come nei parchi milanesi: Villa Finzi, Villa Scheibler, Trotter, parco Lambro, parco Forlanini, Solari.

Già cantato da Virgilio nelle Egloghe, omaggiato da Mario Rigoni Stern, Hermann Hesse ne Il canto degli alberi gli dedica un racconto breve da cui è tratto questo passo “Mi ha sempre rallegrato e impressionato la tenacia con cui il mio piccolo faggio tiene strette le sue foglie. Quando tutto è spoglio da un pezzo, lui indossa ancora il suo manto appassito; per tutto dicembre, gennaio e l’intero febbraio gli si scaglia contro la tempesta, gli cade addosso la neve che poi si scioglie goccia dopo goccia. Le foglie rinsecchite, dapprima d’un color bruno cupo, diventano sempre più chiare, più sottili e setose, ma l’albero non le cede, devono coprire i giovani germogli.” 

Le illustrazioni della rubrica Li conosciamo davvero? di Forestami sono realizzate dalle illustratrici Annalisa e Marina Durante, docenti di Super - Scuola Superiore d'Arte Applicata.

↑ Le illustrazioni della rubrica Li conosciamo davvero? di Forestami sono realizzate dalle illustratrici Annalisa e Marina Durante, docenti di Super - Scuola Superiore d'Arte Applicata.